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Archive for the ‘Universitando’ Category

Concorso ESTAR del 21/06/2016

28 giugno 2016 Lascia un commento

Toscana: Sienza, Firenze, Livorno.

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Queste le tre sedi, presso i palazzetti dello sport inerenti, che hanno visto svolgere la prova pre-selettiva per il concorso di Collaboratore Professionale Sanitario – Infermiere : 1 posto.

15600 iscritti divisi in tre gruppi da 5200. Tre sedi diverse. 4 ore di attesa.
1 posto a tempo indeterminato.
2500 candidati che passeranno la pre-selezione. Leggi tutto…

[Vademecum] IMA Stemi e NSTEMI

29 febbraio 2016 Lascia un commento

IMA (sigla di Infarto Miocardico Acuto) Necrosi del muscolo cardiaco a seguito di occlusione acuta di un vaso coronarico. Patogenesi. Varie sono le cause di occlusione coronarica. La causa principale è di gran lunga la rottura di placca aterosclerotica. La liberazione delle sostanze proaggreganti contenute all’interno della placca provoca una aggregazione piastrinica con formazione di trombo friabile, a cui segue la deposizione di fibrina e l’organizzazione del trombo occlusivo. Altra causa è la tromboembolia coronarica a partenza dall’auricola sinistra (prevalentemente in pazienti con fibrillazione atriale), dal ventricolo sinistro (in pazienti con trombosi ventricolare sinistra), e in portatori di pervietà del forame ovale o aneurisma del setto interatriale (evenienza rara). Infine, abbiamo la dissezione coronarica spontanea con occlusione del lume per ematoma sottointimale e la dissecazione dell’aorta ascendente con coinvolgimento dell’ostio coronarico, prevalentemente della coronaria destra.Sintomatologia. La descrizione classica definisce costrittivo il dolore dell’infarto, a sede retro sternale, irradiato o meno all’arto superiore sinistro o al giugulo, accompagnato da sudorazione profusa, pallore, nausea, di durata superiore a 15÷20 minuti e non sensibile alla somministrazione di nitroderivati. L’esperienza clinica ha evidenziato che le modalità di presentazione dell’infarto acuto del miocardio sono molto variegate: oltre alla presentazione classica vi sono pazienti con sintomatologia più o meno sfumata, in partic. se affetti da diabete mellito.
Diagnosi. I tre principali criteri diagnostici sono la sintomatologia, l’elettrocardiogramma, l’aumento degli enzimi di miocitolisi. L’elettrocardiogramma consente di distinguere tra infarto con sopraslivellamento del tratto ST (IMA STEMI) e infarto senza sopraslivellamento del tratto ST (IMA NSTEMI). IMA STEMI è la forma più grave, dovuto all’occlusione completa e stabile del vaso coronarico e seguito dalla caratteristica elevazione degli indici di necrosi miocardica e dalle caratteristiche alterazioni ECG (sovraslivellamento ST e formazione onda Q). L’IMA NSTEMI è meno pericoloso, ed è dovuto a un‘occlusione incompleta e temporanea del vaso coronarico. In questo caso il livello degli indici di necrosi è il doppio della norma, ma non si ha il caratteristico quadro ECG. L’affinamento delle tecniche di laboratorio con il dosaggio della troponina ha ridotto il tempo di evidenziazione della necrosi miocardica e ha aumentato la sensibilità e specificità della diagnosi. Utile l’ecocardiogramma nella diagnosi differenziale. Nei pazienti a rischio più elevato è indicata l’esecuzione di una angiografia coronarica.
Terapia. L’obiettivo è la riapertura nel più breve tempo possibile del vaso coronarico occluso (secondo l’aforisma «il tempo è muscolo»). La differenziazione elettrocardiografica tra IMA STEMI e IMA NSTEMI guida l’approccio terapeutico. Nel primo caso, se il paziente giunge in ospedale entro le prime 2÷3 ore dall’inizio dei sintomi, la terapia di elezione è la somministrazione endovenosa del farmaco trombolitico o l’angioplastica coronarica con farmaci inibitori piastrinici, sempre che l’ospedale sia dotato di un laboratorio di emodinamica interventistica. Nelle ore successive l’efficacia del trombolitico si riduce progressivamente ed è preferibile la ricanalizzazione con angioplastica. Oltre le dodici ore la necrosi è compiuta e il beneficio della ricanalizzazione con angioplastica è scemato per cui deve essere seguita terapia con aspirina, eparina e, a seconda delle condizioni cliniche, con nitroderivati, beta bloccanti, inibitori del sistema renina-angiotensina-aldosterone. Nei pazienti con IMA NSTEMI le linee guida consigliano l’uso di inibitori piastrinici e angiografia coronarica, quest’ultima entro 48 ore dalla comparsa dei sintomi. Nei pazienti ad alto rischio è preferibile un’angiografia coronarica in tempi brevi.

Nuovi Corsi FadInMed direttamente accreditati Ipasvi

12 febbraio 2016 Lascia un commento

Sul portale Fad In Med disponibili moltissimi corsi on line, per Infermieri, Medici, Odontoiatri e Assistenti Sanitari, con accreditamento ECM direttamente sul proprio profilo.http://learn.fadinmed.it/

Pubblicato da Redazione Sanitaria su Venerdì 12 febbraio 2016

La triade di Virchow

15 gennaio 2016 Lascia un commento

In medicina, la triade di Virchow descrive le tre grandi categorie di fattori che si ritiene contribuiscano alla trombosi.
Essa prende il nome dall’eminente medico tedesco Rudolf Virchow (1821-1902). Tuttavia, gli elementi che compongono la triade di Virchow non sono stati né proposti da Virchow né egli ha mai suggeriscono una triade per descrivere la patogenesi della trombosi venosa. In realtà, solo decenni dopo la sua morte si è raggiunto un consenso che ha portato alla formulazione della teoria che la trombosi sia il risultato di alterazioni nel flusso sanguigno, di danno endoteliale vascolare o alterazioni nella costituzione del sangue. Tuttavia, la moderna comprensione dei fattori che determinano l’embolia è simile alla descrizione fornita da Virchow. Nonostante le sue origini, la triade di Virchow rimane un concetto utile per i medici e i patologi per la comprensione dei fattori alla base della trombosi.
La triade è composta da tre elementi:

Ipercoagulabilità.
Variazioni emodinamiche (stasi, turbolenza).
Lesioni/disfunzioni endoteliale.
Fenomeni di interruzione del flusso sanguigno StasiLa prima categoria, alterazioni nel normale flusso sanguigno, si riferisce a diverse situazioni. Questi includono stasi venosa, stenosi mitralica, immobilità prolungata (come un lungo periodo allettato o in auto) e le vene varicose. L’equivalenza della versione di Virchow e la versione moderna è stata contestata.

Fenomeni associati all’irritazione del vaso e delle sue vicinanze Danno endoteliale o danno alla parete del vaso La seconda categoria, lesioni e/o traumi all’endotelio, includono rottura del vaso e danni derivanti da sforzo di taglio o ipertensione. Questa categoria è composta da fenomeni superficiali e contatto con superfici procoagulanti, quali batteri, frammenti di materiali estranei, impianti di biomateriali o dispositivi medici, membrane delle piastrine attivate e membrane di monociti durante una infiammazione cronica.

Fenomeno della coagulazione del sangue ipercoagulabilità L’ultima categoria, alterazioni nella costituzione del sangue, ha numerosi possibili fattori di rischio come iperviscosità, deficit di antitrombina III, deficit di proteina C o S, fattore V di Leiden, sindrome nefrosica, modifiche in seguito a gravi traumi o ustioni, metastasi da tumore, gravidanza tardiva e il parto, razza, età avanzata, fumo di sigaretta, econtraccettivi ormonali e l’obesità. Tutti questi fattori di rischio possono causare una situazione di ipercoagulabilità (coagulazione del sangue troppo facile).

L’origine del termine “Triade di Virchow” è di interesse storico, ed è stata oggetto di rivisitazione negli ultimi anni. Mentre la triade moderna descrive le “cause della trombosi”, la triade precedente era caratterizzata come “le conseguenze della trombosi”.

Rudolf Virchow chiarì l’eziologia dell’embolia polmonare, per cui i trombi che si formano all’interno delle vene, soprattutto in quelle degli arti inferiori, si staccano e migrano verso il sistema vascolare polmonare. Egli pubblicò la sua descrizione, nel 1856. Nel dettaglio la fisiopatologia circostante all’embolia polmonare, ha portato a scoprire molti fattori per contribuire alla comprensione della trombosi venosa. Mentre questi fattori erano già stati precedentemente descritti nella letteratura medica da parte di altri, per motivi non chiari essi divennero noti come triade di Virchow. Questo eponimo non emerse in letteratura fino a molto tempo dopo la morte di Virchow. Si stima che il primo uso della frase risale ai primi anni 1950.
Sebbene il concetto di triade è di solito attribuita a Virchow, egli non ha incluso il danno endoteliale nella sua descrizione. Ciò è stato attribuito ad una controversia che Virchow aveva con Jean Cruveilhier, che considerava il trauma locale di primaria importanza nello sviluppo della trombosi dell’arteria polmonare.

Il caso “Sarah”: Ma è possibile mai? (parere personale)

21 luglio 2015 Lascia un commento

In questi giorni si sta vivendo un vero processo di “over media” in cui, purtroppo, tutte le “testate” nel web che parlano di argomenti sanitari si sono gettate a capofitto: quello della soccorritrice Sarah.
Per chi non lo sapesse: Alcuni giorni fa il caso di un minorenne deceduto per una pasticca di Ecstasy presa in una nota discoteca  della Riviera ha scatenato pareri avversi. Facile per chi non c’era. Meno facile per chi questa disavventura l’ha vissuta sulla pelle. E’ il caso di Sarah, futura Infermiera che quella sera era in servizio presso il 118.

La collega ha riportato, poi, un pensiero empatico sul suo profilo che è stato travisato, a mio parere, e preso di mira.

Sarah arrabbiato col mondo, arrabbiata con un Dio, arrabbiata con tutto quello che circonda quella circostanza ha espresso un parere personale, una pensiero, uno sfogo. Tralasciando PERO’ dettagli, nomi e camuffando altro. Da questo punto di vista nessuna obiezione, anzi… Leggi tutto…

Infermieristica tra arte e scienza

Un bagaglio culturale umanistico, promosso durante il percorso formativo, permette un’ampliamento della componente valoriale della persona. Questa gioca un ruolo fondamentale nella prassi etica e nell’attività quotidiana. Nello studente, in particolare, si acutizza un senso critico sulla visione olistica e sui bisogni dell’Uomo, rinnovando di conseguenza il concetto di cura. L’assistenza infermieristica mira all’ Uomo che vive all’ interno della società, che intreccia una fitta rete di rapporti sociali, che ricopre un ruolo nella sua quotidianità, è quindi inscindibile una formazione socio-antropologica da quella più strettamente scientifica. Il concetto di cura si completa quindi di scientificità e di aspetti socio-antropologici. Leggi tutto…

FOSEM: una nuova, giovane realtà formativa

Dall’ esperienza, dalla passione e dalla volontà di 5 persone è nata una nuova realtà formativa, con uno spunto in più.

A Novembre 2012 è partito il Centro di Formazione IRC denominato “FO.S.EM. – Formazione Sanitaria per l’Emergenza”.

A questo Centro convergono le competenze e l’esperienza di un gruppo di giovani Istruttori che credono fermamente e senza riserve nella diffusione della cultura dell’Emergenza sia tra i professionisti del settore sanitario che tra la popolazione e i volontari tutti.

Cosa rende questo Centro particolare?

La decisione di far partire questa realtà è nata dalla conoscenza, si può affermare, a distanza dei suoi fondatori. Leggi tutto…

Questionario per tesi

25 ottobre 2012 Lascia un commento

Un nostro collega,laureando, ci ha scritto chiedendo un aiutino da parte di TUTTI gli infermieri:

Basta compilare il Suo questionario per aiutarlo al completamento della tesi…

facciamoci avanti,non facciamo i timorosi!!!

 

QUESTIONARIO

 

GRAZIE per la collaborazione!

QUESTIONARIO TESI DI RICERCA

1 ottobre 2012 2 commenti

Come sempre Redazione Sanitaria è qui per aiutare.

Questa volta vi chiediamo la cortesia di rispondere,in modo totalmente anonimo e sincero,a questo questionario di ricerca,che serve ad un nostro collega per un lavoro che sta facendo.

Il questionario vi porterà via solo alcuni minuti (previsti 6 minuti) ma sarà di grande importanza per lo svolgimento del lavoro!

Ecco il link:

QUESTIONARIO TESI DI RICERCA

GRAZIE!!!!

Schiacciare le pillole? Inutile e potrebbe arrecare danni

1 ottobre 2012 2 commenti

Spesso, per bisogno di causa maggiore o semplicemente “secondo prescrizione medica”, ci si trova a dover “schiacciare” le compresse per farle assumere ai nostri parenti,pazienti / utenti.

Ma la cosa è realmente corretta?Ecco cosa hanno scoperto in Francia:

Da uno studio francese emerge che questa pratica, oltre a rappresentare un errore terapeutico, può favorire tendiniti nel personale infermieristico.

Da uno studio che sarà pubblicato in Francia su Revue de Medecine Interne, anticipato da Le Figaro, emerge che il sistema di schiacciare le pillole per favorirne l’assunzione è un errore terapeutico che mette a rischio l’efficacia delle medicine e la salute degli stessi pazienti.
L’interesse per questa pratica è nato dopo aver constatato numerose tendiniti contratte dal personale infermieristico per il lavoro ripetuto di schiacciare le pillole. Leggi tutto…